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RUBRICA È L’ORA DI… “FASE 2: BIKE TO WORK” ELETTRICO E CONDIVISO

di Mauro Tedeschini
Giornalista e Co-Founder di Vaielettrico.it

Come ci muoveremo nel post Fase 1? In giro per il mondo circola una nuova parola d’ordine: “bike to work”. Al lavoro si andrà in bici elettrica? A Londra e Roma e-bike gratis a medici e infermieri.

A Londra arrivano e-bikes gratis per gli spostamenti del personale sanitario. Le mettono a disposizione le società di bike sharing Raleigh, GOCycles e la rete di vendita specializzata Fully Charged. Ma anche in Italia si moltiplicano iniziative simili. A Roma Jump, l’e-bike sharing di Uber, offre gratuitamente i suoi mezzi a medici e infermieri dello Spallanzani (per il pubblico è prevista una tariffa agevolata di 1 euro a viaggio). Utilizzo libero per il personale sanitario anche a Torino per le bici (muscolari) di To Bike. E a Cremona la ciclofficina sociale La Gare des Gars ha fornito all’ospedale una flotta di 7 bici per il bike to work. Questo per tre mesi.

Ma ci chiediamo perché la soluzione delle biciclette elettriche condivise non possa risolvere un problema ben più vasto: garantire la mobilità urbana ai lavoratori che torneranno in azienda con le riaperture della “Fase 2“. Alleggerendo così la pressione sui mezzi pubblici, dove mantenere le distanze di sicurezza potrebbe diventare impossibile.

«Le biciclette elettriche fanno parte della soluzione _ dice il fondatore di GoCycle, Richard Thorpe. È un momento difficile per tutti e siamo molto lieti di offrire la possibilità di aiutare lo staff sanitario di Londra, per quanto piccolo possa essere il nostro aiuto».

Ci sono anche monopattini ed e-scooter in sharing

Servizi di e-bike sharing sono attivi anche a Bologna (Mo Bike), Roma e Milano (Greta di Helbiz). A Milano, Roma, Torino e in molte città della Riviera sono disponibili migliaia di monopattini elettrici condivisi. A Milano e a Roma operano diversi servizi di scooter sharing elettrici. Tutti fermi, oggi, a causa dell’epidemia. La serrata in Italia ha coinvolto anche i rivenditori, mentre nel Regno Unito le ciclofficine e i punti vendita sono stati esclusi dal lock down.  «Vediamo questo come riconoscimento dell’importanza di andare in bicicletta, nonchè una valida alternativa all’utilizzo del trasporto pubblico» commenta Dan Parson direttore di Fully Charged.

L’alternativa ai mezzi pubblici super affollati: la soluzione del bike to work dovrebbe essere istituzionalizzata e compresa nei piani per la Fase 2 ora allo studio della commissione presieduta da Vittorio Colao. Magari attraverso le società di trasporto pubblico locali che, in accordo con i gestori dei servizi di sharing, potrebbero integrare l’utilizzo di monopattini, e-bike e scooter elettrici condivisi nei piani tariffari e negli abbonamenti. La riapertura di ciclofficine e punti vendita, e l’introduzione di sostanziosi bonus comunali generalizzati per l’acquisto di veicoli di mobilità leggera, potrebbero essere il secondo pilastro del progetto.

L’Emilia-Romagna mette sul piatto un milione di euro.

La Regione Emilia-Romagna sta lavorando a un incentivo che promuova l’utilizzo della bicicletta per gli spostamenti casa lavoro. La proposta è di finanziare con un milione di euro i Comuni per promuovere il bike to work. L’ha detto oggi l’Assessore all’Ambiente Irene Priolo nel corso di un filo diretto con i cittadini.  «C’è preoccupazione per l’aumento del traffico veicolare quando si allenterà il lock down – ha detto- e, dato che le fasi 2 e 3 per la ripartenza devono tenere conto dell’impatto ambientale, stiamo lavorando su un incentivo che inviti i cittadini a recarsi al lavoro in bicicletta».

L’Emiia-Romagna recepisce così alcuni dei suggerimenti della Fiab (Fedeazione italiana ambiente bicicletta) che ha presentato un piano in dieci punti. Tra questi: convenzioni con le società di bike sharing per la riduzione o azzeramento dei costi, agevolazioni per acquisto delle biciclette, realizzazione di corsie per biciclette sulla rete stradale cittadina, l’ampliamento delle Zone 30.

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