
Non ci fermiamo alla parte finanziaria della norma. Sì, quella sarà un forte impulso per il settore tecnologico e delle costruzioni, allo stesso tempo è necessario scendere nei dettagli per capire l’importanza di una norma così innovativa.
Si punta all’efficienza: questo è il primo obiettivo.
Analizzando i numeri del 2018 nella tabella sottostante messa a disposizione da ENEA, la maggior parte degli investimenti in interventi di risparmio energetico sono stati effettuati su abitazioni costruite tra il 1946 e il 1980. Questi danno luogo ad un 63,6% della percentuale di risparmi di energia.
I numeri sono importanti: per ogni milione di Euro investito dallo stato il risparmio diretto netto è di 338 GWh/anno per il cittadino, ma anche per lo stesso in materia prima (Energia + Gas).

TECNOLOGIA, INFORMAZIONE E PRODUZIONE DIFFUSA
Non solo efficienza ma autoproduzione dell’energia necessaria con impianti fotovoltaici che vengono “integrati a costo zero” come intervento secondario correlato agli interventi trainanti. Per come è scritta la norma si punterà al fotovoltaico con sistema di accumulo e colonnina di ricarica auto. Qui l’obiettivo è spingere la produzione distribuita, accelerando sull’obiettivo del 2030 per le FER elettriche mettendo i cittadini in condizione di auto-ricaricare la propria vettura elettrica nella propria abitazione nel breve periodo.
Concludiamo quindi affermando che sulla carta avremo solo vantaggi da questo Ecobonus:
_ Creazione di lavoro distribuito su tutto il territorio nazionale
_ La maggior parte degli interventi verranno realizzati da aziende locali
_ Abitazioni più efficienti: meno costi in bolletta
_ Spinta verso l’eliminazione del GAS: elettrificazione dei consumi con efficientamento del sistema
_ Abitazione che si autoprodurranno l’energia necessaria al funzionamento
_Notevole aumento del valore degli immobili di proprietà
Una decisa spinta verso il futuro, questa volta possiamo dire che lo stato ha fatto un ottimo lavoro. Riusciranno i cittadini, le imprese ed i professionisti a cogliere l’occasione senza avaramente rovinare tutto?
Se rispetteremo le regole avremo ottimi risultati.
ABBIAMO RIVOLTO ALCUNE DOMANDE SULL’ECOBONUS 110% AD ESPONENTI DI SPICCO COINVOLTI NELLA DIFESA DELL’AMBIENTE: COSA RAPPRESENTA PER L’ITALIA QUESTA NORMA? È REALMENTE IL PRIMO PROVVEDIMENTO PRO-RINNOVABILI?
Gianni Silvestrini
Direttore scientifico Kyoto Club e QualEnergia
“Il bonus 110% deve essere interpretato alla luce di tre obiettivi: la ripresa economica post Covid19, la riduzione delle bollette energetiche e il taglio delle emissioni di CO2. L’aver introdotto nel Bonus anche gli interventi antisismici rafforza la sua portata. E sarà pure una grande opportunità per il fotovoltaico e i sistemi di accumulo, anche se andrà evitato il rischio di cannibalizzare le Comunità energetiche previste dal Milleproroghe. L’operazione avrà successo se si riusciranno a snellire le procedure, se le assemblee dei condomini riusciranno a deliberare rapidamente e se si creerà una efficace filiera di imprese e di finanza in grado di gestire tecnologie ed interventi. Ma torniamo all’efficacia dei risultati dell’operazione.
Sicuramente quello dell’edilizia è uno dei settori che può far ripartire rapidamente l’occupazione. Il mondo dell’auto sarebbe un altro comparto su cui intervenire, accelerando la transizione all’elettrico, operazione in Italia più difficile per i ritardi storici di FCA. Anche i vantaggi per gli inquilini con la riduzione dei consumi ci saranno, ma in diversi casi non così clamorosi.
Perché, e qui veniamo al terzo punto, per far decollare rapidamente e su larga scala gli interventi si è definito un obbligo, l’aumento di almeno due classi energetiche, ambientalmente poco coraggioso. Ricordiamo infatti che il patrimonio edilizio del nostro paese è in larga parte inefficiente e che nel giro di trent’anni dovremmo portarlo alla condizione “carbon neutral” attraverso una riqualificazione energetica spinta.
Certo, la scadenza del bonus alla fine del 2021 scoraggia interventi radicali, ma ci si deve augurare che le ampie risorse del pacchetto Next Generation EU, chiaramente indirizzato in senso ambientale, possano favorire un percorso più coraggioso anche negli anni successivi.”
Edoardo Zanchini
Legambiente Vicepresidente nazionale
“Questo è un provvedimento unico al Mondo, perché finanzia tutte le spese di riqualificazione del patrimonio edilizio privato. Ora dobbiamo fare in modo che sia utile davvero a ridurre i consumi energetici degli edifici e ad affrontare i problemi di rischio statico e sismico. L’obiettivo deve essere di aiutare le famiglie a risparmiare sulle bollette, riducendo l’inquinamento nelle città e le emissioni di gas serra. L’Ecobonus al 110% purtroppo su questi obiettivi è inadeguato, dobbiamo sperare che sia modificato in Parlamento.
Potrebbe diventare il primo provvedimento pro-rinnovabili se si spingessero le innovazioni davvero sostenibili. E quindi finanziando solo le pompe di calore elettriche, da abbinare al fotovoltaico, e non le caldaie a gas come purtroppo è previsto. E fissando obiettivi ben più ambiziosi di risparmio energetico, il salto di due classi è troppo poco e il rischio è che tutti facciano interventi minimi, portando le abitazioni dalla classe G alla classe E. Non dobbiamo sprecare questa occasione.”
Paolo Rocco Viscontini
Presidente di Italia Solare
“L’Ecobonus 110% è un segnale positivo di attenzione verso il mondo dell’efficienza energetica e delle rinnovabili. Il patrimonio edilizio italiano ha sicuramente bisogno di un profondo programma di riqualificazione e il provvedimento va sicuramente nella direzione giusta.
Speriamo in alcune migliorie che ci aspettiamo vengano introdotte nel passaggio in parlamento, tra cui l’estensione della durata del provvedimento oltre il 2021 e una maggiore chiarezza del meccanismo alla cessione del credito che deve essere di facile ed efficace utilizzo anche per le piccole e medie imprese.
Il provvedimento, in realtà, è il secondo segnale di cambiamento. Il primo lo abbiamo registrato alla fine del 2019 con l’approvazione dell’emendamento sulle comunità energetiche e questo è un ulteriore segnale positivo di interesse verso il settore. Penso sia importante sottolineare che questi segnali devono poi essere confermati da una serie di dettagli, che si traducono in decreti attuativi, volti a rendere davvero efficaci gli stessi provvedimenti. Le idee sono buone ma servono ora strumenti adeguatamente impostati e avviati che permettono la realizzazione delle idee perché, è bene ricordarlo, le politiche si giudicano in base ai risultati ottenuti.”
Valeria Erba
Presidente ANIT
(Associazione Internazionale per l’Isolamento Termico e Acustico)
“L’aspetto più interessante di questo provvedimento è che potrebbe essere un’ottima opportunità per il settore delle costruzioni che guarda alla sostenibilità e al risparmio energetico. ANIT come associazione nazionale per l’isolamento termico ed acustico ritiene fondamentale puntare all’efficienza energetica e alla decarbonizzazione, crede che solo con edifici altamente prestazionali e serviti da FER si possa veramente fare la differenza. Ad oggi però mancano alcune indicazioni e chiarimenti necessari per l’applicazione. Riteniamo che se si vuole veramente puntare ad interventi efficienti sia necessario anche una revisione degli indicatori e dei requisiti che andrebbero distinti in funzione della tipologia di intervento. Crediamo infatti che sia più corretto puntare al risparmio energetico e non alla classe energetica che, soprattutto per quanto riguarda l’involucro, non è significativa dell’effettivo miglioramento dovuto a interventi di efficientamento.
Siamo convinti che tale opportunità debba essere rivolta a interventi che garantiscono un risparmio importante ma se deve aiutare anche il rilancio del settore il provvedimento dovrebbe chiarire aspetti tecnici e fiscali e puntare alla fattibilità degli interventi sia da parte di grossi gruppi come da piccole e medie imprese. Siamo convinti che con la Legge di conversione si potranno sistemare i punti critici e nell’ambito dei comunque pochi mesi a disposizione ci auspichiamo ci sia la possibilità di migliorare diversi edifici e di conseguenza il nostro ambiente.”
Fabio Roggiolani
Cofondatore di Ecofuturo
“Un provvedimento rivoluzionario perché lega l’edilizia all’efficienza energetica e alle rinnovabili, ma anche perché è messo a disposizione di tutti anche di coloro che non avrebbero potuto permetterselo.
Democratico e diffuso perché essenzialmente ancorato alla prima casa o alla seconda, forse, ma in contesti condominiali.
Nasce dall’unione di due strategie: la prima quella del mondo ecologista che spinge incessantemente in questa direzione per frenare i cambiamenti climatici, la seconda quella dell’inclusività sociale del reddito di cittadinanza e ora del reddito energetico, norma proposta sempre dallo stesso presentatore dell’ecobonus al 110%, ovvero il sottosegretario Riccardo Fraccaro.
Il risultato è il provvedimento più avanzato al mondo che segnerà un salto epocale del settore edilizio e rinnovabile.
Rischi ce ne sono e anche aggiustamenti da fare ma ora occorre che il mondo delle aziende che sa fare davvero rinnovabili ed efficienza energetica si sappia unire per offrire i migliori prodotti e le migliori competenze mettendo all’angolo e identificando l’orda di speculatori che cercheranno di vendere patacche per incapacità o semplicemente perché ambiente e giustizia sociale non sono assolutamente nei loro interessi.
Mai come oggi fare rete è fondamentale ed Ecofuturo ha iniziato il giorno dopo il Lockdown, a maggior ragione ora, a svolgere questo ruolo di tessitura di rapporti tra chi fa business sulle rinnovabili e sul risparmio energetico nel rispetto dell’uomo e della Terra.”
Gabriele Giacobazzi
Presidente dell’ordine degli Ingegneri di Modena
“Intanto è necessaria una premessa. Il sistema degli incentivi di natura fiscale ha notevoli pregi rispetto ad altre forme di premialità degli investimenti. Il primo vantaggio è che vengono remunerati investimenti già fatti e non c’è il rischio di mettere risorse che poi potrebbero non produrre gli effetti desiderati. Il secondo vantaggio e la semplicità della procedura che passa attraverso la rendicontazione e l’asseverazione delle modalità con cui è avvenuto l’investimento in funzione degli obiettivi della norma di incentivazione fiscale. Ma c’è anche qualche inevitabile problema. Il più importante è la difficoltà di programmare questo tipo di aiuti nel tempo e nella dimensione, a meno che non si proceda con quantità di risorse contingentate che però comporterebbero l’attivazione di procedure a favore dei primi che chiedono l’agevolazione (il meccanismo del “click day”) che sono, per questo tipo di interventi, assolutamente inaccettabili perché discriminanti. Perciò il secondo problema viene da solo e consiste nella difficoltà ad immaginare, calcolare quindi programmare le entità dell’aiuto che attraverso queste forme di agevolazione occorre coprire con fondi pubblici nel bilancio dello stato. Le caratteristiche dei nuovi incentivi introdotti con il decreto rilancio finiscono per ampliare questi aspetti positivi e negativi. Si vorrebbe agevolare una platea più ampia di cittadini e imprese ma c’è difficoltà a calcolarne l’effetto sulla spesa pubblica. Per i professionisti delle categorie tecniche si tratta di una grande opportunità perché sono richieste competenze e capacità di lavoro interdisciplinare. Occorre però evitare di enfatizzare eccessivamente i vantaggi fiscali per i committenti, manca ancora infatti tutta una serie di precisazioni e saranno inevitabili modifiche al decreto in sede di conversione in legge. Da questo punto di vista non aiutano i titoli di alcuni giornali che profetizzano miracoli che non ci saranno. Gli ordini e le categorie professionali hanno il dovere di informare e formare i propri iscritti chiedendo loro responsabilità e correttezza nei confronti dei loro committenti. L’insieme di questi incentivi che riguardano la sicurezza sismica, la performance energetica e l’estetica delle facciate costituisce una occasione unica per dare una spinta decisiva verso il recupero del patrimonio edilizio esistente e la riqualificazione delle nostre città. E’ una sfida che va affrontata con tutte le capacità, le competenze e la serietà di cui gli ingegneri italiani sono capaci.”